Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir.
Samir, egiziano, 20 anni circa, arrivato cadavere a Pozzallo nel 2014. Aveva questa lettera in una busta di plastica sigillata che sarebbe stata tradotta dalle autorità italiane e poi avrebbe cominciato a fare il giro del Mediterraneo e quello del mondo, inoltrata da moltissimi utenti sui social network. Leggenda metropolitana o storia vera? Poco importa. Il fatto che circoli ancora oggi mostra che esiste ancora un briciolo di umanità da ogni parte del mare e perfino sui social network, nascosto tra un selfie e un video virale. Se poi dal briciolo vuoi passare a una pietanza intera e quasi rischiare l’indigestione, beh, allora puoi prendere ad esempio questa splendida canzone:
Quanti viaggi rischiosi, vite in pericolo, ladri di mare e approdi incerti in questo catino d’acqua salata che è il Mediterraneo. E, oserei aggiungere, quanta poca Europa, da Omero a oggi. Per dirla meglio con un grande scrittore che si chiamava Jean-Claude Izzo:
Ovunque vado, oggi, ormai non mi parlano altro che di Europa. È per questo che vengo al faro Sainte-Marie. C’è di che disperare. Perché io non vedo nessun futuro europeo a Marsiglia. Nonostante quello che dicono. Marsiglia è città mediterranea. E il Mediterraneo ha due rive. Non solo la nostra. L’Europa parla di una soltanto, oggi, e sappiatelo, in Francia questo va fin troppo bene. Trasformano questo mare, per la prima volta, in una frontiera tra oriente e occidente, tra levante e ponente. Ci separano dall’Africa e dall’Asia minore.
Jean-Claude Izzo, Aglio menta e basilico
In nome delle Andalusie perdute, di Alessandria silenziosa, di Tangeri spezzettata, di Beirut massacrata, ci saremmo potuti ricordare che la cultura europea è nata sulle rive del Mediterraneo, nel Medio Oriente. Europa, casomai ci fosse il bisogno di ridirlo, era una dea della Fenicia rapita da Zeus!
Potrei banalmente concludere che anch’io, da genovese (Genova per tante cose è sorella di Marsiglia), mi sono sempre sentito figlio e cittadino del Mediterraneo molto più che Europeo, e di questo trovo conferme quotidiane qui a Malta. Ma ancora prima di essere cittadino mediterraneo, sono un essere umano e come tale mi suona di gran lunga più strano sentir parlare di Capitali europee della cultura a due passi dalla dimora di Calipso, a tre dai lager libici e a uno solo dai cimiteri sott’acqua inaugurati in questi ultimi anni. Se proprio dovessi scegliere una cultura da celebrare, prenderei quella di Vittorio Arrigoni che, dalle spiagge palestinesi, sotto i bombardamenti israeliani, invitava a restare umani a ogni latitudine e a ogni longitudine.